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Yagoda

Genrikh Grigor'evich Yagoda Genrikh Grigor'evich Yagoda nacque a Rybinsk (Russia) nel 1891, da una famiglia ebrea.
All'età di sedici anni (1907) si iscrisse al partito bolscevico, negli ambienti del quale era stato introdotto da una cugina, Jakowa Swierdlowa, già attivista del partito. Dopo aver studiato da farmacista, tra il 1911 e il 1913 venne confinato in Siberia per reati politici.
Partecipò alle rivoluzioni di febbraio e ottobre 1917 ed entrò nei ranghi della Cheka. Da 1921 fu membro del presiduim della Cheka. Divenne secondo di Felix Dzerzhinskij nel settembre 1923.
Alla morte di Dzerzhinskij (luglio 1926) divenne vicepresidente della polizia segreta sotto Vyacheslav Menzhinsky. Probabilmente collaborò con il laboratorio tossicologico di Kremlow (secondo alcune illazioni aiutò a morire Lenin, l'amico Maksim Gorki e W. Mienzynsky). Inoltre fu un importante organizzatore del sistema dei Gulag. A lui si deve anche la liquidazione dei kulaki.
Personalmente seguì la costruzione del canale che congiunse il Mar Bianco con il Mar Baltico. Dal novermbre 1931 fino ad agosto 1933 trecento mila prigionieri dei lagher lavorarono per completare l'opera, quasi un terzo perì durante i lavori.
Il 10 luglio 1934 Stalin lo nominò Commissario del popolo per gli Affari Interni (NKVD), il servizio segreto che prese il posto della Cheka.
L'anno dopo Yagoda conseguì il titolo di Commissario generale per la Pubblica sicurezza. Progettò egli stesso la sua uniforme bianco-celeste con fregi dorati. Nel 1936 fu incaricato dell'arresto e della fucilazione (25 agosto) di Lev Kamenev, Grygory Zinovev ed altre quattordici persone, nell'ambito dell'"eliminazione dei fogli inceppati" volute da Stalin.
Nel marzo 1937 Yagoda fu estromesso dal suo incarico con l'accusa di Stalin di non essere zelante (per non essere riuscito ad ottenere prove sufficenti per incastrare Nickolai Bukharin), e fu sostituito da Nikolai Yezhov alla guida del NKVD.
Accusato di tradimento, conspirazione e spionaggio contro il governo sovietico, nel processo fu condannato a morte e fucilato il 15 marzo 1938 a Mosca.
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