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Il sito della rivoluzione d'Ottobre

Plekhanov

Gheorghi Valentinovic Plekhanov Gheorghi Valentinovic Plekhanov nacque l'11 dicembre 1856 nel villaggio Gudalovka (divenuto in seguito Plekanovo) nei pressi di Lipetsk in una famiglia della nobiltà rurale.
Completati gli studi ginnasiali, nel 1874 si iscrisse all'Istituto minerario di Pietroburgo. Contemporaneamente iniziò a frequentare l'organizzazione populista “Terra e libertà” (Zemlja i Volja) divenendone ben presto uno dei dirigenti.
In quegli anni Plekhanov approfondì la conoscenza del pensiero dell'ideologo populista Piotr Lavrov e di Nikolaj Cernyscevski, il capo del movimento rivoluzionario negli anni '60, allora condannato ai lavori forzati, che Plechanov avrebbe sempre considerato come suo maestro. Il 6 dicembre 1876, intervenendo ad una manifestazione politica nella cattedrale della Madonna di Kazan, Plekhanov pronunciò un audace discorso in difesa di Cernyscevski, che gli costò l'allontanamento dall'Istituto minerario e l'entrata nella clandestinità.
Orientatosi verso il marxismo, nel 1879 assunse la direzione del movimento “Ripartizione nera” (Ciorny peredel) ma l'anno seguente per sfuggire alle persecuzioni delle autorità zariste, fu costretto ad emigrare insieme ad altri compagni dell'organizzazione. Iniziò così per lui un periodo di oltre 37 anni di esilio, durante i quali soggiornò in Svizzera, Francia, Italia, Inghilterra, Belgio ed in altri paesi dell'Europa occidentale.
Convinto che la Russia avrebbe potuto essere liberata dallo zarismo solo dalla classe operaia, tra il 1881 e il 1882, al fine di divulgarne la dottrina, Plekhanov tradusse nella sua lingua “Il manifesto del partito comunista” di Marx ed Engels, i quali scrissero una prefazione appositamente per questa edizione. Plekhanov non riuscì mai ad incontrarsi con Marx ma stabilì stretti contatti con Friedrich Engels.
Nel settembre 1883 Plekhanov e i suoi compagni fondarono a Ginevra la prima organizzazione dei marxisti russi: il gruppo “ Emancipazione del lavoro” (Osvobozhdenie trudà). Questo gruppo svolse in circa vent'anni un enorme lavoro di traduzione in lingua russa e divulgazione delle opere del socialismo scientifico. Fu organizzata, tra l'altro, la pubblicazione della “Biblioteca del socialismo contemporaneo” , comprendente, oltre a quelle di K.Marx e F.Engels, le opere teoriche dello stesso Plekhanov e di Lenin.
Questi vent'anni di attività trascorsi a stretto contatto con il movimento operaio internazionale, di cui egli divenne esponente attivo, portarono alla creazione delle migliori opere di Plekhanov nel campo della filosofia e del pensiero sociale, ricordiamo: Il socialismo e la lotta politica (1883), Anarchismo e socialismo (1894), Saggio sulla concezione monistica della storia. (1895), Fondamenti del populismo (1896). Da molti paesi europei si rivolse la richiesta di autorizzare la traduzione dei suoi testi. Nei suoi legami internazionali un posto di riguardo occupò l'Italia ed il suo movimento operaio. Egli amò sinceramente l'Italia e il suo popolo, seguendone attentamente lo sviluppo della classe operaia e del Partito socialista italiano. Plekhanov condivideva le idee del grande studioso marxista italiano Antonio Labriola, e ne accolse con approvazione la sua principale opera filosofica “ Saggi sulla concezione materialistica della storia ”. La sua vita nell'ultimo periodo(1903-1918), invece, appare intessuta di contraddizioni. Divenne menscevico in polemica con Lenin, il quale giudicava il suo nuovo orientamento troppo moderato. Plekhanov rimase sulle sue nuove posizioni ribadendo la necessità della collaborazione della classe operaia con la borghesia, schierandosi per la guerra imperialista contro la Germania nel 1914, ed appoggiando nel 1917 il governo provvisorio.
Plekhanov morì il 30 Maggio 1918 in un sanatorio a Terijoki in Finlandia, poco dopo la vittoria della grande Rivoluzione d'ottobre. Egli non approvò la rivoluzione socialista in Russia, però si rifiutò categoricamente di partecipare alla lotta contro la classe rivoluzionaria giunta al potere. “Ho dato, disse, quaranta anni della mia vita al proletariato e non gli sparerò contro nemmeno se esso va per una falsa via.” Dopo la sua morte lo stato sovietico diede grande importanza alla sua figura, riconoscendolo come grande teorico del marxismo, illustre propagandista, e brillante filosofo materialista.
Lenin nel 1921 affermò: “non si può diventare un comunista cosciente e coerente senza aver studiato tutti gli scritti filosofici di Plekhanov, perché è quanto c'è di meglio in tutta la letteratura marxista internazionale”.
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