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Antonov-Ovseenko

Vladimir Alexandrovich Antonov-Ovseenko Vladimir Alexandrovich Antonov-Ovseenko nacque il 9 marzo 1884 ad Cernigov (Chernihiv) in Ukraina.
Figlio di un ufficiale, frequentò la scuola militare di Voronezh e successivamente si iscrisse alla facoltà di ingegneria dell'Università dell'esercito di Nikolaevsk.
Nel 1901 venne espulso dall'università per aver messo in discussione il sistema politico russo e per essersi rifiutato di prendere parte al giuramento di lealtà a Nicola II.
Antonov-Ovseenko si stabilì a Varsavia dove si unì al Partito social-democratico del lavoro, l'anno successivo trovò lavoro a San Pietroburgo in una società per la protezione degli animali.
Nel 1903 aderì al partito dei menscevichi e, durante la rivoluzione russa del 1905, partecipò ad una rivolta a Novo-Alessandria in Polonia ed a Sevastopol in Crimea. Venne arrestato e condannato a morte ma la pena venne tramutata in venti anni di esilio in Siberia. Nel 1910 riuscì a fuggire ed emigrò a Parigi. Allo scoppio della prima guerra mondiale, durante L'Internazionale menscevica, assunse una posizione di protesta al conflitto.
Nel maggio 1917 passò dalla parte dei bolscevichi e nei giorni d'ottobre, come vicepresidente bolscevico del Comitato militare rivoluzionario, guidò l'attacco al Palazzo d'Inverno. Si occupò dell'arresto dei membri del governo provvisorio ed al II Congresso dei Soviet di tutta la Russia divenne membro del Comitato per la Guerra e la Marina.
Fu nominato Commissario per gli affari militari a Petrogrado e Commissario per la guerra. Nel dicembre 1917 fu a capo dell'Armata rossa in Ucraina ed in Russia del sud. Nel 1918 e 1919 Antonov Ovseenko vide la sconfitta del nazionalista ucraino Kharkov, e delle forze dell'esercito bianco in Ucraina.
Accanto a Mikhail Tukhachevsky soppresse brutalmente la ribellione del 1920-1921 nella regione di Tambov. Durante quegli anni, Antonov-Ovseenko si alleò con Lev Trotskij e nel 1924, come capo commissario politico dell’Armata rossa, propose a Trotsky di prendere il potere manu militari.
Per rimuoverlo dalla lotta politica in Unione Sovietica, nel 1925, Joseph Stalin lo inviò come ambasciatore in Cecoslovacchia. Più tardi ricoprì la stessa carica in Lituania ed in Polonia.
Nel 1936 venne mandato, come console, a Barcellona allo scopo di prendere provvedimenti contro il POUM, durante la guerra civile spagnola. Venne arrestato nel 1938, durante le epurazioni staliniane. Non si hanno notizie certe sulla sua morte avvenuta, presumibilmente per fucilazione, tra la fine del '38 e gli inizi del '39 (alcune fonti parlano del 10 febbraio 1939).
Trotskij lo descrisse così: "Politicamente vacillante ma di carattere coraggioso e turbolento, capace di iniziativa e di improvvisazione, Antonov-Ovseenko, benchè allora poco conosciuto, ha giocato una parte assolutamente non insignificante nei futuri eventi della rivoluzione".
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