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I 26 Commissari della Comune di Baku

Rappresentazione dell'esecuzione dei 26 Commissari della Comune di Baku La Comune sovietica di Baku fu un governo unitario formato da bolscevichi e socialisti rivoluzionari locali, che presero il potere nella capitale dell'Azerbaijan il 28 maggio 1918.
Salita al potere dopo il sanguinoso scontro con la popolazione musulmana conosciuto come I Giorni di Marzo , la Comune durante la sua breve esistenza dovette affrontare enormi problemi derivati dalla carenza di cibo e dal fronteggiare la minaccia dell'impero ottomano. Nonostante le difficili condizioni, la Comune si distinse per essere riuscita ad attuare notevoli riforme sociali, come la nazionalizzazione dell'industria petrolifera. Lo scrittore Victor Serge descrisse la situazione di maggio, giugno e luglio nel piccolo stato rosso di Baku:
"Nel mese di maggio, giugno e luglio agli abitanti potevano essere date solo razioni minime di noci e semi di girasole; piccoli quantitativi di grano che i sovietici riuscirono a portare in via per mare erano riservati alle truppe. Tentativi di requisizione furono attuati dall'armata rossa di Baku ma essi fallirono a causa della poca disciplina e dello scarso comando sulle truppe, composte in gran parte da armeni che erano estranei allo spirito rivoluzionario del proletariato. Questi, spesso ubriachi, si lasciarono andare a violenze e a saccheggi dei contadini musulmani, provocando malcontento tra di loro."
Il 5 giugno 1918, in seguito al Trattato di Batumi tra Impero ottomano e Repubblica Democratica di Armenia, i musulmani della Repubblica Democratica di Azerbaigian sferrarono un violento attacco alla Comune ma l'Amata Rossa riuscì a respingerlo eroicamente.
Le truppe rosse fallirono successivamente un assalto lanciato a Ganja, il quartier generale dell'esercito ottomano, e furono costrette a ritirarsi a Baku. A questo punto in previsione di un massiccio attacco islamico per l'imminente arrivo dell'Armata ottomana dell'Islam dalla regione del lago Urmia, alcuni esponenti del governo della Comune invitarono i britannici (installati in Persia) ad allearsi. Ma la maggioranza dei bolscevichi della Comune si opposero, ed il 26 luglio 1918 estromisero i rivoluzionari che avevano iniziato a negoziare con il generale Dunsterville, il comandante delle truppe britanniche in Persia, vedendosi però costretti ad abbandonare Baku per il repentino sopraggiungere degli inglesi, coi quali vi erano anche reparti russi dell'Armata Bianca.
I bolscevichi furono estromessi dal potere, al posto della Comune nacque La Dittatura Centrocaspiana, uno governo filobritannico anti-sovietico e anti-ottomano fondato a Baku il 1º agosto 1918 e composto solo dal Partito Socialista Rivoluzionario, dai Menscevichi e dalla Federazione Rivoluzionaria Armena. Anche questo governo ebbe vita breve, venendo meno il 15 settembre 1918, quando l'esercito azero-ottomano entrò nella capitale dell'Azerbaijan provocando la fuga delle forze britanniche e di gran parte della popolazione armena.
Dopo la caduta del Soviet di Baku, i leader bolscevichi e una parte delle truppe cercarono di raggiungere via mare Astrakhan. Tuttavia la loro nave venne intercettata dalle navi militari della flotta del Mar Caspio e dopo aver subito un attacco di un'ora in mezzo al mare, fu costretta a tornare a Baku. La maggior parte dei militanti bolscevichi furono arrestati e rimasero in carcere fino a quando, dopo la caduta di Baku in mano alle forze ottomane, un commando guidato da Anastas Mikoyan li liberò dalla loro prigionia (14 settembre 1918).
Una volta liberati i capi bolscevichi Shahumyan, Dzhaparidze, Azizbekov, e i loro compagni, insieme con Mikoyan, si imbarcarono nuovamente a bordo di una nave turkmena a Krasnovodsk con l'intenzione di raggiungere Astrakhan, l'unico porto del Mar Caspio ancora nelle mani dei rivoluzionari comunisti. Ma a Krasnovodsk i commissari vennero fermati in attesa di ricevere ulteriori ordini dal "Comitato di Ashkhabad", guidato dal socialista rivoluzionario Funtikov Fyodor.
Tre giorni dopo, il generale britannico Wilfrid Malleson, informato del loro arresto, contattò il capitano Teague Reginald-Jones, suggerendogli di consegnare i Commissari alle forze britanniche per utilizzarli come ostaggi in cambio di cittadini britannici detenuti dai sovietici.
Quello stesso giorno Teague-Jones partecipò alla riunione del Comitato di Ashkabad che aveva il compito di decidere il destino dei Commissari. Teague-Jones non comunicò al Comitato la richiesta di Malleson, e venne presa la decisione dell'esecuzione capitale dei Commisari. Teague-Jones avrebbe potuto fermare le esecuzioni se avesse voluto visto che il Comitato di Ashkabad dipendeva dal sostegno britannico e non avrebbe potuto rifiutare una richiesta dal suo potente alleato, ma lui decise comunque di non farlo.
La notte del 20 settembre 1918, tre giorni dopo essere stati arrestati, ventisei degli ex commissari bolscevichi di Baku vennero giustiziati da un plotone di esecuzione tra le stazioni di Pereval e Akhcha-Kuyma sulla ferrovia transcaspica. Solo Anastas Mikoyan, che pure faceva parte del gruppo, riuscì a scampare all'esecuzione.
Nel 1922, V. Chaikin, un giornalista socialista, pubblicò una descrizione dei momenti precedenti all'esecuzione:
"Circa alle 6 , i ventisei commissari furono informati della sorte che li attendeva mentre erano in treno. Vennero presi in gruppi di otto o nove uomini. Ovviamente erano sconvolti, e mantennero un silenzio teso. Un marinaio gridò: `Non ho paura, sto morendo per la libertà. ' Uno dei carnefici rispose: "Anche noi a moriremo per la libertà prima o poi, ma in un modo diverso da voi." Il primo gruppo di commissari, fatti scendere dal treno nella semi-oscurità, venne fucilato con una unica esecuzione. Il secondo gruppo cercò di scappare ma venne falciato dopo diverse raffiche. Il terzo si rassegnò al suo destino ... "
Quando il regime sovietico si stabilì definitivamente in tutta l'area del Caspio, Funtikov, il responsabile delle esecuzioni, fu imprigionato. Funtikov diede tutta la colpa delle esecuzioni alla Gran Bretagna, e in particolare a Teague-Jones che, secondo lui, aveva ordinato l'esecuzione dei 26 commissari. Funtikov fu processato e fucilato a Baku nel 1926.
I funzionari sovietici accusarono delle esecuzioni gli agenti britannici che agirono nella zona di Baku. La Gran Bretagna negò il proprio coinvolgimento nella vicenda, sostenendo che la decisione venne presa da funzionari locali, senza alcun coinvolgimento degli inglesi.
Queste accuse provocarono un lungo risentimento nelle relazioni tra la Gran Bretagna e Urss. I sovietici resero celebri le figure dei 26 commissari immortalandole in film, opere d'arte, francobolli, e opere pubbliche tra cui il "monumento alla memoria dei commissari" a Baku.
Contrariamente a quanto accadde in molte parti della Russia durante la guerra civile, i bolscevichi di Baku rimasero apprezzati nella memoria per la tolleranza che avevano dimostrato nella loro politica. Nel gennaio 2009 il monumento di Baku venne demolito nonostante il contrasto dei movimenti di sinistra locali e del Partito Comunista dell'Azerbaigian. I resti dei commissari vennero traslati al cimitero di Hovsan il 26 gennaio 2009, con la partecipazione di sacerdoti musulmani, ebrei e cristiani, che hanno condotto le cerimonie religiose. Durante l'esumazione solo 21 corpi sono stati scoperti, su 26 previsti. Una di quelle i cui resti non vennero ritrovati fu la tomba del leader Stepan Shahumyan e di altri quattro commissari armeni: Tatevos Amirov, Bagdasar Avakyan, Armenak Boriyan e Aram Kostandyan.
I 26 commissari della Comune di Baku, nella sua breve vita, furono: Stepan Shahumyan, Meshadi Azizbekov , Prokopius Dzhaparidze , Ivan Fioletov , Mir-Hasan Vazirov, Grigory Korganov , Yakov Zevin , Grigory Petrov, L.V. Malygin , A.M. Amiryan , M.V. Basin , S.G. Osepyan, E.A. Berg , V.F. Poluhin , F.F. Solntzev , A.A. Bor'yan , I.Y. Gabyshev, M.R. Koganov, B.A. Avakyan , I.P. Metaksa , I.M. Nikolayshvili, A.M. Kostandyan, S.A. Bogdanov , A.A. Bogdanov , I.A. Mishne , T.M. Amirov.
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